Ernesto Illy

Sono un cocktail di scienza e di business.

Così amava definirsi Ernesto Illy. Una frase semplice, come lui, che letta in controluce rivela tuttavia la complessità della sua storia e, al tempo stesso, la sua smisurata voglia di innovare e di sperimentare.

Figlio di Francesco, fondatore di illycaffè, Ernesto nasce a Trieste il 18 luglio 1925. Nel 1947 consegue la laurea in Chimica all’Università di Bologna e nel 1957 diviene comproprietario e amministratore dell’azienda. Dal 1963 al 2005 ne è presidente, poi presidente onorario fino alla sua scomparsa, il 3 febbraio 2008.

È tra i fondatori dell’Association Scientifique Internationale du Café (ora Association for Science and Information on Coffee) e della Physiological Effects of Coffee. Ha fatto parte dell’Institute for Scientific Information on Coffee ed ha presieduto il Coffee Promotion Committee dell’International Coffee Organization (ICO).

Nel 1994 viene nominato Cavaliere del Lavoro e nel 1996 diventa presidente, più volte rieletto fino alla sua scomparsa, di Centromarca.

Ernesto Illy ha rivoluzionato e valorizzato la caffeicoltura del Brasile e del mondo: alla ricerca instancabile dell’espresso perfetto, ha incentivato la produzione di un caffè di qualità eccellente e il costante investimento in ricerca. Conosciuto come l’Ambasciatore del Caffè, ha fondato il Premio Brasil de Qualidade do Café para Espresso, l’Università del Caffè in Brasile, il Clube illy do Café.

Il duro lavoro svolto negli anni in Brasile gli è valso la cittadinanza onoraria delle città brasiliane di Monte Carmelo, Venda Nova do Imigrantes e Araponga. Nel 2004 ha ricevuto il più alto riconoscimento dallo Stato brasiliano di Espirito Santo, la Comenda Jerônimo Monteiro. Nello stesso anno, l’Associazione Nazionale di Caffè del Guatemala gli ha conferito la sua massima onorificenza come membro dell’ordine Flor del Cafè.

L’etica è la bussola del nostro comportamento.”

Ernesto Illy è stato un pioniere, in Italia, della formulazione dell’attuale concetto di branding. La sua teoria è sempre stata che la marca vive in funzione di una promessa fatta al consumatore e che la dimensione etica deve contrassegnare non solo gli affari in generale, ma anche la vita e l’attività quotidiana delle imprese stesse.

Nel 2007 venne nominato – per la seconda volta – uno dei tre saggi di Confindustria, con Luigi Attanasio e Antonio Bulgheroni, incaricati di indicare le linee programmatiche e i possibili candidati alla successione ai vertici dell’Associazione.

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